Helen Soraghan Dwyer, scrittrice e poetessa, è presidentessa dell’Unione degli scrittori irlandesi. Nelle sue poesie selezionate per questa edizione di Europa in Versi a fare da trait-d-union è una drammatica e pervasiva idea di morte, di fine inesorabile, di non possibilità di ritorno. La morte non viene evocata, non assume contorni indistinti e nebulosi ma, al contrario, diviene protagonista dalle fattezze concrete e tangibili. La morte è bara e tomba, è il saluto che la madre non darà più al figlio, è il rossetto che non toccherà più le labbra che colorava. Non ci sono divinità o filosofie extra-terrene a consolare il dolore straziante che la tremenda Donna Nera trascina con sé ma solo gesti umani che, nella loro consapevole impossibilità di ricostituire lo stato delle cose, tracciano l’unica linea di continuità ammessa tra il mondo di chi va e quello di chi resta. Una poesia realistica, sofferta e sofferente che la Dwyer ha il grande merito di accompagnare, in ogni singolo verso, con una dignità spiccata e intensa, quella dignità che sopra e sotto la terra definisce e garantisce il senso autentico di umanità.
commento critico di Alessandra Corbetta
BIOGRAFIA
Helen Soraghan Dwyer è l'attuale presidente dell'Unione degli scrittori irlandesi. Produce e presenta un programma settimanale sull’arte, Rhyme & Reason su Dublin South FM radio comunitaria. La sua prima raccolta di poesie, “Still-Faire”, in inglese e irlandese, è stata pubblicata da Lapwing, Belfast, nel 2010. La sua seconda raccolta di poesie, “Beyond”, pubblicata sempre da Lapwing, è stata presentata nel Centro degli scrittori irlandesi, Dublino, nel 2011. La terza raccolta di poesie, in irlandese, inglese e rumeno, pubblicata da Ratio et Revelatio, è stata presentata a Timisoara, Romania, nel 2014. Helen ha appena completato un romanzo, “Secrets”, una storia di formazione ambientata a Dublino, a Parigi, in Italia e in New England.
THIS ROOM
In memory of my mother, May
In this room with no view
Nights seem to outnumber days.
They march through your mind
Like wounded soldiers
Returning from battle –
Tired, bloody, not yet relieved.
In this room with no view
The past lies beside you,
The future is for other people.
Every day hungry dogs
Gnaw your bones relentlessly.
In this room with no view
Indignity introduces herself
On faltering footsteps,
Humiliation sneaks in
With everything you can no longer do.
Outside, they walk in the rain,
Doze on homeward buses –
Never knowing they are blessed.
QUESTA STANZA
Alla memoria di mia madre, May
In questa stanza senza vista
Le notti paiono superare i giorni.
Ti marciano nella mente
Come soldati feriti
Che tornano dalla battaglia -
Stanchi, coperti di sangue, angosciati.
In questa stanza senza vista
Il passato ti giace accanto,
Il futuro è di altri.
Ogni giorno cani affamati
Ti sbranano le ossa senza pietà.
In questa stanza senza vista
Il disonore si intrufola con passo incerto,
L'umiliazione ti striscia accanto
Con tutto ciò che non puoi fare più.
Fuori camminano sotto la pioggia,
Sonnecchiano sul bus che li porta a casa -
Senza sapere di essere beati.
CLAY
In memory of Gerard
The morning after your funeral
As I woke from broken sleep
The first thing I saw was my boots.
The rain that day softened the ground
For your gravediggers.
So typical of you to give them no trouble.
I hope I can forgive them soon
For waiting there like vultures
To get the job done.
Some woman led me away from your grave,
But she couldn’t take my sorrow away.
I try to cling to disbelief –
So much kinder than truth.
But that clay, your clay
Still clings to my boots.
ARGILLA
Alla memoria di Gerard
La mattina dopo il tuo funerale
Svegliandomi da un sonno intermittente
ho visto per prima cosa i miei stivali.
Quel giorno la pioggia ammorbidiva il terreno
per i becchini.
Com'è da te non dare fastidio.
Spero di riuscire presto a perdonarli
Per la loro impazienza di avvoltoi
Nel concludere il lavoro.
Una donna mi ha allontanato dalla tua tomba,
Ma non poteva allontanare da me il mio dolore.
Cerco di aggrapparmi all'incredulità -
Assai più dolce della verità.
Ma quell'argilla, la tua argilla
È ancora attaccata ai miei stivali.
HOPE
I still think some day soon
Someone will say
They saw you in town,
Having coffee and reading
The great poets.
They will say of course you did not die.
Your death notice was a prank, a hoax,
Your funeral service and burial,
An impractical joke.
They will say you’re looking well
And that your voice softened
As you spoke of me,
Sending your love and
Saying you will see me on Sunday –
And your eyes were full of Hope.
SPERANZA
Credo ancora che un giorno non lontano
Qualcuno dirà di averti incontrato in città
Mentre bevevi caffè e leggevi
I grandi poeti.
Naturalmente diranno che non sei morto.
Che l'annuncio della tua morte è stato una burla, una beffa,
Il tuo funerale e la tua sepoltura
Uno scherzo di cattivo gusto.
Ti diranno che hai un bell'aspetto
E che la tua voce si è fatta sommessa
Mentre parlavi di me,
Mandando i tuoi saluti e
Dicendo che m'incontrerai domenica -
E i tuoi occhi erano pieni di speranza.
LAST
They sent your things from the nursing home
In a box.
I waited two years to open it.
They had washed everything
So your scent was gone
Replaced by the fresh laundry smell
Of no one.
Your makeup bag held forgotten familiar things
You used to the end –
Comb, mirror, lipstick, I smeared some on my hand
To try to remember how it looked on your lips.
I touched it to my face –
Your last kiss.
IN ULTIMO
Inviarono le tue cose dalla casa di cura
In una scatola.
Attesi due anni prima di aprirla.
Avevano lavato tutto
Cosí che il tuo profumo era sparito,
Al suo posto freschezza anonima di lavanderia.
La tua trousse conteneva amati oggetti dimenticati
Che usasti sino alla fine -
Pettine, specchio, rossetto, ne stesi un po' sulla mano
Nella speranza di ricordarne il colore sulle tue labbra.
Lo toccai con la faccia -
Il tuo ultimo bacio.
SREBRENICA: AFTERMATH
In memory of the blond boy shown on T.V. news footage filmed just
before the massacre and all the boys and men of Srebrenica.
They pointed their rifles
And told you to go.
Your body obeyed
But your mind screamed –
No, I am not guilty
I have done no wrong.
I’ m sixteen years old,
This is my home.
You had no weapons,
Nowhere to hide,
Force-marched to the field
Where you played as a child.
All the village boys all the village men
Gone to mass graves.
Now forensic archaeologists
From the U.N.Commission
Have found enough of your DNA
To place in a coffin.
The crowd parts as you are brought home again
With all the village boys all the village men,
Interred with dignity this time.
After years of waiting,
Now your mother knows for sure
You will never come bounding
Through her doorway
Into her arms again,
Hair lightened by the sun
Scent of summer on your skin.
Gone forever
Like all the village boys all the village men.
On nights too sad for sleeping
She calls your name to the sky
And feels what your innocent eyes
Had to witness before they closed
A last time.
Was her name on your lips
As you died?
And not even Heaven can help her or heal her
Nor all the girls and widows of Srebrenica
Still lost in their own world of weeping.
SREBRENICA: QUEL CHE RESTA
Alla memoria del ragazzo biondo che appare nel filmato girato poco prima del massacro
e alla memoria di tutti i ragazzi e gli uomini di Srebrenica.
Puntarono i fucili
E ti dissero di andare.
Il tuo corpo obbedì
Ma la tua mente urlava -
No, sono innocente
Non ho fatto nulla di male.
Ho sedici anni,
Questa è casa mia.
Non avevi armi,
Né un luogo in cui nasconderti,
Costretto a marciare fino al campo
In cui giocavi da bambino.
Tutti i ragazzi e tutti gli uomini del villaggio
Spariti in tombe di massa.
Ora gli archeologi forensi
Della Commissione delle Nazioni Unite
Hanno trovato il tuo DNA in quantità sufficiente
A darti sepoltura.
Ali di folla accolgono la tua bara che torna a casa
Con tutti i ragazzi e tutti gli uomini del villaggio,
Per darti infine dignitosa sepoltura.
Dopo anni di attesa,
Ora tua madre sa con certezza
Che non tornerai mai più saltellando
Sull'uscio
Tra le sue braccia,
I capelli schiariti dal sole
E sulla pelle profumo d'estate.
Sparito per sempre
Come tutti i ragazzi e tutti gli uomini del villaggio.
In notti troppo tristi per dormire
Lei grida il tuo nome al cielo
E sente ciò che i tuoi occhi innocenti
Videro prima di chiudersi
Per l'ultima volta.
Il suo nome fu sulle tue labbra
Mentre morivi?
E nemmeno il Cielo la può consolare né guarire
Né può guarire le ragazze e le vedove di Srebrenica
Perse tuttora nel loro mondo di lacrime.
AFGHANISTAN
She sent angels
To protect him
In Afghanistan.
Paper angels
With golden halos
To keep him from harm.
The night before he left
They chose a name
For their child -
Angelina for a girl
And Jamie, after his father,
If their baby was a boy.
When they brought
The news to her
She only heard the words
Roadside bomb,
And knew the better half
Of her life was gone.
She murmured
Through a blur of tears
Where were the angels?
Where were they?
Where?
AFGHANISTAN
Lei gli mandò angeli
Perché lo proteggessero
In Afghanistan.
Angeli di carta
Con aoreole d'oro
Perché lo custodissero dal male.
La sera prima della sua partenza
Scelsero un nome per il nascituro -
Angelina se fosse stata una bimba
O Jamie, come suo padre, se fosse stato un bimbo.
Quando le portarono
Notizie
Le bastò sentire le parole
Bomba al margine della strada
Per capire che la parte migliore
Della sua vita se ne era andata.
Mormorò
In una nebbia di lacrime
Dov'erano gli angeli?
Dov'erano?
Dove?
GIVE AND TAKE IN VIETNAM
You gave him your prettiness,
Your girlish slimness, your smile.
He gave you
A Vietnamese-American child.
When the troops pulled out
He left you there
To bring her up alone.
Years later
He got to thinking
He didn’t want his daughter
Roaming loose
In the backstreets of Saigon.
He came back and took away
The only gift he’d ever given you –
Just because he can.
SCAMBIO IN VIETNAM
Tu gli hai dato la tua grazia,
Il tuo corpo snello di ragazza, il tuo sorriso.
Lui ti ha dato
Una figlia americano-vietnamita.
Quando le truppe si ritirarono
Ti abbandonò
Perché la crescessi da sola.
Anni dopo
Cominciò a pensare
Che non voleva che sua figlia
Se ne andasse in giro da sola
Nelle viuzze di Saigon.
Tornò e si portò via
L'unico dono che ti aveva fatto -
Semplicemente perché lui può.
ITALY
You moved your heart to Italy
For the way he said your name,
Touched your hair
And the pride in his eyes
Every time
He smiled at you.
Now you search in rubble
For building blocks
Of your life,
Slowly stack them one on one
And when it’s cold and rainy
You remember – the heat of his love
The heat of the sun.
ITALIA
Trasferisti il tuo cuore in Italia
Per il modo in cui pronunciò il tuo nome,
Ti toccò i capelli
E l'orgoglio nei suoi occhi
Ogni volta
Che ti sorrideva.
Ora cerchi tra le rovine
I mattoni della tua vita,
Lentamente li metti uno sull'altro
E quando piove e fa freddo
Ricordi - il calore del suo amore
Il calore del sole.
THE NIGHT THEY CAME
I used to be strong when I was young.
Then in my middle years
I started to fear
The night they would come.
It was then I began
To carry my shotgun –
Legally held
For shooting rabbits and foxes –
Everywhere I went.
I even kept it on the floor beside me
As I slept in bed.
There are always strange noises at night
In the pure blackness of the countryside –
The call of the doe, the howl of a dog,
The wail of the banshee
On the winds from the bog –
Then the breaking of glass
The cracking of wood.
In the darkness surrounding my bed,
Like living shadows, they stood.
One held my shotgun,
One held me down,
One sneered at the fear
In this frail old man.
LA NOTTE IN CUI VENNERO
Ero forte da giovane.
Poi, raggiungendo la mezza età,
Cominciai a temere
La notte in cui sarebbero venuti.
Fu allora che cominciai
A portare con me il fucile da caccia -
Legalmente detenuto
Per sparare ai conigli e alle volpi -
Ovunque andassi.
Lo tenevo perfino sul pavimento accanto a me
Mentre dormivo nel mio letto.
Di notte ci sono sempre strani rumori
Nell'oscurità della campagna -
Il richiamo della cerva, l'ululato del lupo,
Il lamento dell'arpia
Portato dal vento della palude -
Poi il frantumrsi del vetro,
Lo scricchiolio del legno.
Nell'oscurità che circondava il mio letto,
Stavano in piedi, come ombre vive.
Uno teneva in mano il mio fucile,
Uno mi teneva giù,
Uno godeva della paura
Negli occhi di questo fragile vecchio.
LUCY
Lucy Lavinia Harslow
Resting where no shadows fall
Departed this life 1830
Buried alone.
When was your name last spoken,
The name you were given with pride?
Was it Lucy? Lavinia? Miss Harslow?
The day your family name died.
Do you rest here, Lucy Lavinia,
Or long for one of your kin
To speak your name once more
That it might live again?
I’ll say it for you and for them
As if you were alive,
With the breath of God in the wind
And the light of God in the sky:
Lucy Lavinia Harslow.
LUCIA
Lucia Lavinia Harslow
Riposa là dove non scendono le ombre.
Lasciò questa vita nel 1830
E fu sepolta da sola.
Quando si pronunciò il tuo nome per l'ultima volta,
Il nome che ti fu dato con orgoglio?
Fu Lucia, Lavinia, o Signorina Harslow?
Il giorno in cui morì il tuo cognome.
Riposi qui, Lucia Lavinia?
O desideri che un tuo parente
Pronunci di nuovo il tuo nome
Così che viva di nuovo?
Lo dirò per te e per loro
Come se tu fossi viva,
Il respiro di Dio nel vento
E la luce di Dio nel cielo:
Lucia Lavinia Harslow.
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