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19 ottobre 2019: MUSICA E SCRITTURA: QUANDO LE PAROLE CANTANO con Laura Bianchi


Durante il primo incontro dei laboratori creativi de "Le Api dell'Invisibile" parleremo dell'intreccio indissolubile che esiste tra musica e scrittura. Lo faremo con Laura Bianchi, docente di Lettere al Liceo Alessandro Volta, e con Sergio Calonego, chitarrista e compositore. Vi aspettiamo alle ore 17.00, al Chiostrino Artificio (Piazzale Terragni 4, Como). Ingresso libero e gratuito per tutti. Cosa vi serve? Tanta creatività e voglia di imparare! Ah e ovviamente... una penna per scrivere.

Di seguito una breve riflessione della professoressa Bianchi sul tema che ci permetterà di sperimentare tra musica e poesia.

«Lennon /McCartney; Mogol/Battisti; Jagger/Richards; Gaber/Luporini; ma anche, Dylan, Cohen, De André, Guccini; e oggi, Vedder, Capossela, Brunori, fino a Eminem. Parole e musica, binomio inscindibile per la forma canzone. In qualche caso, canzoni nate dalla collaborazione fra un musicista e un paroliere; in altri casi, scaturite dall’amicizia fra componenti una stessa band; ancora, creazioni di un artista, che modula la propria vena poetica su un’intuizione musicale, o che veste di note parole già presenti: il cantautore, o, come più precisamente si definisce in inglese, singer – songwriter, letteralmente, cantante – scrittore di canzoni.

Canzoni come poesie in musica, o come melodie parlate? La musica schiava della parola, come sosteneva Monteverdi, o viceversa? Cosa rende una canzone indimenticabile: un ritornello accattivante o emozionante? Uno spartito complesso? Una serie di immagini e di descrizioni, splendidamente rappresentate? Una melodia ispirata? Entrambi i fattori? E da quale alchimia nasce la suggestione che sanno creare le parole e la musica intrecciate insieme?

Ancora: come definire chi canta parole che potrebbero esistere e avere ragione di essere anche senza la musica? Poeta della canzone? Cantore di parole? Musicista e poeta? O forse piuttosto scrittore, di note e parole? Una terza dimensione, non solo musicale, non solo verbale, ma poetico – musicale, che forma coscienze e consapevolezze, come, e a volte più della poesia senza musica?

Infine: che differenza c’è fra la poesia per musica, di cui l’Italia, col suo melodramma, è stata maestra, e la musica per poesia, che alcuni chiamano canzone d’autore? E perché è nobile compiere analisi approfondite di una fotografia, di una regia teatrale, di un film, mentre indagare la forma canzone è ancora spesso considerata azione indegna di uno studio accademico, mentre in rete pullulano i siti di appassionati che indagano, a volte senza sistematicità e con molte imprecisioni, i significati nascosti delle canzoni dei loro beniamini?

Impossibile dare certezze, né rispondere alle domande: molto meglio ascoltare, leggere, lasciarsi coinvolgere, e provare a sperimentare l’eterno fascino del cantare le proprie emozioni.»

Laura Bianchi

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