Poniamo il caso che scrivere sia il tuo desiderio più grande: che tu lo voglia fare in prosa, in versi, dentro la nuvola di un fumetto o con le battute di un copione, te ne stai lì in trepidante attesa che la scintilla dell’ispirazione scenda su di te e dia il via al miracolo.
Una Musa, come per incanto, ti suggerirà alate parole che tu digiterai sulla tastiera e senza fatica alcuna sullo schermo apparirà la tua opera pronta per la stampa.
Se la scintilla non scocca? Se la Musa si perde per strada? Se l’ispirazione ti fa una sonora pernacchia e con te decide di giocare a nascondino?
Hai mai pensato che l’ispirazione non vada attesa ma cercata?
Come il rabdomante con la sua ruta a forma di y sovente capta le vibrazioni e scova l’acqua nei posti più impensati, così lo scrittore capta idee e storie attraverso l’allenamento all’osservazione.
Con metodo ed esercizio mette parole su carta, crea catene di frasi, d’immagini e d’idee certo che prima o poi da quella pratica scaturirà l’ispirazione vincente, quella che si popolerà di personaggi a tutto tondo e darà coerenza a forma all’intera narrazione.
Se domenica 20 settembre 2020 la cercassimo a Como, nel cortile del Museo Archeologico Paolo Giovio e provassimo a giocare con parole, personaggi ed esercizi utili a trattenere l’ispirazione su carta e a dare forma alle idee?
MI PRESENTO
Mi chiamo Laura.
Sono cresciuta a Lentate sul Seveso in una casa zeppa di libri, aperta di spazi e di idee.
Ho frequentato il liceo classico a Milano e proprio negli anni del ginnasio ho scoperto una grande passione per il teatro. Dalle ultime regie di Giorgio Strehler al primo festival dei teatri d'Europa passando per il circuito off, ho cercato di vedere quanti più spettacoli possibili, mossa sempre da grande curiosità.
Dopo gli studi universitari in Lettere Moderne, intuire che alla critica teatrale preferivo la pratica e iscrivermi alla Civica Scuola d'arte drammatica Paolo Grassi è stato un percorso del tutto naturale. Nel luglio 2005 mi diplomo in regia.
Alla base del mio lavoro c’è sempre una ricerca culturale prima che estetica, c’è il desiderio di raccontare una storia, magari al passato, che abbia un legame forte con il presente e un’eco civica e corale. C’è la necessità di dare corpo e voce a chi e a tutto ciò che si trova in un territorio di frontiera: linguistico, geografico, storico, culturale, artistico.
Quanto sono potenti teatro, storia e memoria quando interagiscono insieme?
C’è una strada per scoprirlo? Forse. Se non c’è, con passione e curiosità, cerco idee che aprano un nuovo sentiero.
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