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La casa della poesia

Helen Dwyer | Canto I, Paradiso



Helen Dwyer

Porta terzine del Paradiso in Irlanda: è stata direttrice dell’Unione degli scrittori d’Irlanda e conduce il programma radiofonico di poesia e letteratura Rhyme & Reason. La sua poesia parla di diritti umani. È convinta che la poesia, nascendo a volte dall’oscurità, conduce finalmente alla luce.


Paradiso, Canto 1, Terzina 1-3


La gloria di colui che tutto move

per l’universo penetra, e risplende

in una parte più e meno altrove.


Commento

Leggendo queste righe mi è venuta in mente una poesia, 'I See His Blood Upon the Rose', di James Plunkett, uno dei poeti della rivolta del 1916.

Scritta nella tradizione mistica della poesia irlandese, riecheggia l'intensità della fede cristiana di Plunkett come la fede di Dante riecheggia nel 'Paradiso'.

Questi tre versi incapsulanti riassumono la potenza, la gloria, lo splendore e l'ingiustizia del Creatore e della sua creazione.

Mentre possiamo facilmente accettare gli aspetti positivi: potere, gloria e splendore, troviamo difficile affrontare l'ingiustizia intrinseca nella vita - il fatto che la luce dello splendore non cadrà mai ugualmente su tutti gli aspetti della creazione.

Questo può non essere un male, perché abbiamo bisogno di sperimentare l'oscurità per apprezzare la luce.

Quante poesie sono nate dall'oscurità solo per emergere nella luce?

Le ombre danno profondità e prospettiva all'esperienza umana, e il nostro desiderio innato di andare verso la luce è il motore che guida ogni progresso e creatività. L'ingiusta distribuzione dello splendore può essere la grazia salvifica della creazione.

Impariamo dall'oscurità, viviamo nella luce.


Helen Dwyer, Irlanda


 

The Divine Comedy by Dante Alighieri


Paradise, Canto 1, Tercet 1


His glory, by whose might all things are mov'd,

Pierces the universe, and in one part

Sheds more resplendence, elsewhere less.



On reading these lines I was reminded of a poem, ‘I See His Blood Upon the Rose’, by James Plunkett, one of the 1916 Rising Poets.

Written in the mystical tradition of Irish poetry, it echoes the intensity of Plunkett’s Christian faith as Dante’s faith is echoed in ‘Paradise’.

These three encapsulating lines sum up the power, the glory, the resplendence and the unfairness of the Creator and His creation.

While we can easily accept the positives: power, glory and resplendence, we find it hard to face up to the inherent unfairness in life – the fact that the light of resplendence will never fall equally on all aspects of creation.

This may be no bad thing because we need to experience darkness in order to appreciate light.

How many poems have been born of darkness only to emerge into the light?

Shadows give depth and perspective to the human experience, and our innate desire to move towards the light is the engine that drives all progress and creativity. The unfair distribution of resplendence may be the saving grace of creation.

Let us learn from darkness, let us live in light.


Helen Dwyer, Ireland





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