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La nuova danza delle Api dell'Invisibile


Quasi un anno fa nasceva le Api dell’Invisibile, un progetto embrionale costruito sul concetto di dare maggior spazio e maggior voce ai giovani.

Con sette pubblicazioni per presentare otto giovani poeti e poetesse, ci siamo convinti che la parola prende vita nelle penne dei più giovani e si riveste di un innovativo sguardo sulla realtà e che per questo è necessario fare di più. A settembre abbiamo preso la decisione di innalzare il limite di età massimo per la partecipazione al nostro progetto fino ai 30 anni, perché il panorama poetico nazionale è purtroppo ancora concepito come il regno dove l’esperienza fa la forza, mentre nel sottosuolo sono tantissimi i germogli che spingono e si dimenano per sbocciare. Abbiamo aumentato le pubblicazioni della nostra rubrica per dare spazio a più artisti possibile e per compiere un’azione veramente capillare di diffusione e condivisione delle loro opere. Ne andiamo ogni giorno più fieri, come associazione e come team: La Casa della Poesia di Como mai come ora ha avuto a cuore i suoi giovani e giovanissimi.

E ora crediamo che sia giunto il momento di fare un altro passo avanti.

Il nuovo progetto delle Api dell’invisibile, realizzato in sintonia da Martina Toppi e Carlotta Sinigaglia, si propone di andare di persona da questi artisti e aspiranti artisti, di raccoglierli dalle loro scuole, università e posti di lavoro per riunirli in occasioni di celebrazione della passione per l’arte e di condivisione di idee.

Si tratta di un ciclo di otto incontri, che incontri saranno nel vero senso della parola: l’obiettivo è infatti quello di dar vita a un laboratorio creativo di produzione artistica e di discussione, dove le persone si confrontino e creino fianco a fianco.

Ogni incontro avrà un tema guida, sulla base del quale si svilupperanno gli interventi(assolutamente e sempre liberi) dei partecipanti, che potranno portare componimenti (in prosa, poesia, musica, disegno, pittura, fotografia e chi più ne ha, più ne metta) loro o di altri artisti, potranno dire la propria personale opinione, chiedere e dare consigli o anche creare sul momento e poi inoltrare le proprie opere alla nostra rubrica, che nel frattempo resta attiva e vigile, pronta a far brillare le giovani gemme della scrittura e dell’arte.

Ciò che conta è che ognuno si senta libero di esprimere se stesso, ma di farlo a partire da un aperto confronto con l’altro, per superare quell’immagine ormai scaduta dell’artista ieratico, rinchiuso nella propria torre d’avorio: la nostra arte è giovane ed è viva.

È un’arte che parla, che respira, che sbaglia, che si incarta, che si ispira, che imita e a volte anche plagia, che sfocia nel ridicolo, se ci va, o si accartoccia sulle proprie lacrime. È un’arte che non ha paura di cambiare strada a metà percorso, di rimettere in discussione i propri fondamenti, di aspirare al nuovo e di guardare al vecchio. È un’arte che parla di noi, ma anche del mondo, della società, delle scoperte scientifiche, delle rivoluzioni, dei partiti, delle leggi, dei problemi di tutti i giorni, dei problemi di tutto il mondo: chi ha detto che l’arte, che noi non possiamo farlo?

Le Api dell’Invisibile si nutre della convinzione che la parola al pari della musica e della pittura, della fotografia e del disegno, è potere: sono innovazioni che l’essere umano ha introdotto nel mondo e che si posizionano ​sullo stesso livello di tante altre intuizioni.

Come diceva Isaac Asimov, che oltre a essere uno scrittore era anche un biochimico: «Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d'oggi, ma nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola.» La parola, la musica, l’immagine sono il nostro fuoco e in quanto tale dobbiamo saperlo usare con cautela, per il bene e il progresso, stando attenti, perché tra le nostre mani stringiamo anche delle potenziali armi.

Chiunque senta il bisogno di esprimere se stesso, chiunque pensi di esserne in grado con i propri strumenti personali (interiori e concreti), ma anche tutti coloro che vorrebbero e non ne hanno il coraggio, che vorrebbero ma pensano di non saperlo fare, tutti dovrebbero almeno mettersi alla prova.

L’arte purtroppo non accoglie tutti nelle sue alte cerchie, quella che rimane nei secoli è opera di pochi, ma da quei pochi si fa nutrimento per molti, che in essa trovano sollievo e ristoro. Questo è sempre e comunque vero, nessuno di noi ha la presunzione di lasciare il segno, anche se in molti lo sogniamo e, chissà, forse una di queste api dell’invisibile un giorno sarà visibile a tutto il mondo.

Nel frattempo, nessuno può vietarci di crescere e sperimentare e di gioire l’uno dell’arte dell’altro, nel qui e nell’ora. Condividere è anche scoprire sempre che dietro a ogni volto si cela un intero universo a noi sconosciuto.

Noi allora vi aspettiamo in tanti (tantissimi!) all’inaugurazione di questo nostro progetto, il 10 novembre 2018, alle ore 17, al Chiostrino Artificio (Piazzolo Terragni 4, 22100 Como) in sintonia con la mostra Di fronda in fronda dell’artista Gunza, le cui produzioni artistiche saranno affiancate da haiku e poesie.

Da quel momento gli appuntamenti avranno una cadenza mensile, sempre di sabato, sempre dalle ore 17 alle ore 19:

  • 17 novembre 2018: Io oltre lo specchio;

  • 15 dicembre 2018: Stanze di vita quotidiana;

  • 19 gennaio 2019: Cospiratori e poeti: poesia che fa politica;

  • 16 febbraio 2019: “Ti amo, ma non te lo so dire” cit. Anonimo;

  • 16 marzo 2019: Siamo tutti barbari: io e l’altro;

  • 20 aprile 2019: Workshop Poetry Slam;

  • 11 maggio 2019: Da Leopardi al Giappone: 3 versi per l’infinito. Workshop di Haiku sulle rive del lago. (data e ora da definirsi)

  • 15 giugno 2019: Sono solo canzonette – Psogos ed Eminem: rap e poesia.

Tanti incontri, tanti temi, tante ispirazione diverse. La partecipazione a ogni incontro è assolutamente gratuita, pensata per i giovani tra i 15 e i 30 anni e dai giovani stessi organizzata, ma aperta anche a tutti gli adulti che sentano la curiosità di vederci all’opera.

Martina Toppi

«…il nostro compito è quello di compenetrarci così profondamente, così dolorosamente e appassionatamente con questa terra provvisoria e precaria, che la sua essenza rinasca invisibilmente in noi. Noi siamo le api dell’invisibile. Noi raccogliamo incessantemente il miele del visibile per accumularlo nel grande alveare d’oro dell’Invisibile.»

Rainer Maria Rilke, dalla lettera al suo traduttore polacco Vitold von Hulevicz del 13 novembre 1925).

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