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"Numeri e stelle" premiato alla XV edizione del Premio Roberto Farina


La raccolta di Laura Gravaglia "Numeri e stelle" le è valsa la vittoria della XV edizione del Premio Roberto Farina.

Condividiamo con voi la motivazione che la giuria dal Premio ha dato per questa scelta, nelle parole di Eugenio Nastasi: “La nuova alleanza tra scienza e umanesimo, preconizzata negli scorsi decenni da Prigogine, non appare più una mera, per quanto generosa, ipotesi di lavoro.” scrive Gilberto Isella nella prefazione allo stimolante quanto esiguo libro di Laura Garavaglia, “Numeri e stelle”. E se l’assunto dello scienziato russo, che Isella cita, non fa una piega, non è facile spendere congetture nella relazione arte e scienza e, in particolare, tra scienza e poesia. Lavorando con sottile capacità intuitiva, la nostra Autrice, pur non addentrandosi nel vivo di volata delle teorie e ricerche degli autori che caratterizza poeticamente, si fa latrice di una affascinante sfida: in ogni relazione i singoli soggetti interessati, in qualche modo trascendono sé stessi, per dar vita ad un terzo aspetto che è una novità nel campo del reale, si tratta di una verità “altra” che scaturisce come sintesi da una relazione di scambio. Novalis già affermava che le scienze devono essere poetizzate. Laura Garavaglia assimilandone lo spirito, stigmatizza coi suoi versi come gli scienziati da lei messi in fila, a partire da Pitagora, abbiano puntato a ricerche fondate su nuovi paradigmi scaturenti da una sorta di principio di indeterminazione tra senso della intuizione scientifica e parola, senza tralasciare la musica e il tratto distintivo del colore.

In ognuna delle dodici poesie di Numeri e stelle, coi suoi versi studiati e di senso preciso, ma anche rispettosi della “fragilità” umana, Ella dimostra come la poesia possa aprire, liberamente, altri sensi, nuovi significati navigando nelle “nuvole delle probabilità” scientifiche, avvicinando il lettore alla bellezza delle cifre matematiche o delle astrazioni fisiche, come nel caso delle intuizioni di Fibonacci o di quel Riemann la cui ipotesi sui numeri primi costituisce il problema dei problemi irrisolti in matematica o ricordandoci il caso dello sfortunato Alan Turing, l’inventore delle macchine per la mente, magari scrivendo versi indimenticabili come questi di pag. 26 “…E sulla retta magica tra zeri e infiniti/scrivevi l’armonia della natura” o questi altri a pag.30: “Il delirio dei numeri era l’abisso della libertà”.

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