
Pubblichiamo la poesia VOLO di Umberto Fiori, nostro ospite a EIV 2016.
VOLO
Certe sere d'estate, quando la tavola
è apparecchiata di fuori
e appena buio l'aria diventa elettrica,
sa di terra e di temporale,
capita di sentire sui capelli
e sulle orecchie
due, tre carezze leggere.
La tovaglia è già nera
di formiconi con le ali.
Stringe lo stomaco vederli
-ancora presi dalla smania
del loro volo- nuotare in un bicchiere,
spasimare sull'uva.
Così cadevo io
verso i trent'anni
dalle nuvole
in mezzo alla gente vera.