I poeti leggono i poeti: pubblichiamo la presentazione a cura di Alessandra Corbetta del poeta italiano Basilio Luoni che parteciperà al Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi.
BASILIO LUONI
Basilio Luoni, nato a Lèzzeno, sulla sponda orientale del lago di Como nel 1941, dirige qui dagli anni Sessanta una compagnia teatrale per la quale ha tradotto commedie di Molière, Regnard ma anche di Aristofane, Plutarco, fino a Ĉhechov. Per la Compagnia ha scritto El Natal e La Pasqua e una rivisitazione dell’Odissea intitolata El Baloss. Ha tradotto e curato diverse opere, tra cui, insieme ad Andrea Rossetti, il carteggio Umberto Saba-Sergio Ferrero, Gli angeli di Cocteau. Lettere 1946-1954 (per Archinto).
Quindi teatrante, drammaturgo, traduttore ma anche pittore, professore di scuola media e poeta.
In uno dei suoi ultimi lavori, El librȏ di figur, Basilio Luoni si avvale, ancora una volta, dell’indispensabile dialetto lezzenese che, come sottolinea nella prefazione all’opera Dante Isella, “preservato dal suo isolamento geografico, sorprende gli ascoltatori per la sua arcaicità, espressiva e silenziosa”.
Luoni, con uno sguardo sospeso sul passato poeticizzato in termini sia di forma che di sostanza, evoca un senso profondissimo e toccante di esistenza, di cui ogni vita, anche quella vissuta “in un borgo solitario tra lago e montagna”, è impregnata. Il linguaggio, diretto ed evocativo in un sol tempo, delimita la distanza temporale e spaziale in cui i mini racconti poetici sono collocati, con un effetto consolatorio e malinconico, per chi quello spazio-tempo non può raggiungerlo se non nel ricordo o nel racconto a posteriori.
Un clima mite e furibondo si respira nei versi di Basilio Luoni, quello adatto a descrivere i colori primari con cui la natura si manifesta e con cui la vita contadina si anima ogni giorno, al suono di campana di un sentimento religioso indiscusso, radicato e ricorrente.
Una poesia sinestetica e impattante, che spalanca le porte verso un universo per alcuni familiare, per altri sconosciuto ma che diventa a ogni modo vivo e immanente davanti agli occhi del lettore, grazie alle parole esatte, accurate, addirittura tecniche eppur sempre fanciulline che Luoni adopera, condividendo generosamente le sue radici, iconografando l’universalità del particolare.