
I poeti leggono i poeti: pubblichiamo la presentazione a cura di Andrea Tavernati del poeta slovacco Milan Richter che parteciperà al Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi.
MILAN RICHTER
Nella poesia slovacca contemporanea, Milan Richter (Bratislava, 1948) appartiene alla generazione che ha dovuto fare i conti con la "normalizzazione" della politica culturale dopo che le truppe del Patto di Varsavia hanno invaso la Cecoslovacchia. Non meno significativa la questione del destino degli ebrei slovacchi e cechi durante la seconda guerra mondiale, dato che ad Auschwitz è stata assassinata una parte della sua famiglia.
Dopo aver studiato presso l´Università Comenius di Bratislava, ha lavorato come redattore in case editrici e riviste letterarie ed è stato il primo rappresentante ufficiale dell’Ambasciata Slovacca in Norvegia. Ha pubblicato 9 libri di poesia in slovacco e diversi lavori teatrali, mentre antologie dei suoi testi sono state tradotti in tutto il mondo.
Nella poesia di Richter grandi questioni antropologiche ed aneddotica familiare si combinano in un bisogno di auto-espressione che rimane in bilico tra sogno e realtà. Tutto rifluisce in racconti che sembrano avere la stessa sospensione astratta della novellistica ebraica. Da qui la sua oscillazione tra il sentimentale e il distanziamento oggettivo, tra solennità lirica e ironia pungente. In fondo egli sembra dirci che la realtà umana, è fatta soprattutto da percezioni e dalla capacità straordinaria che abbiamo di trasfigurare il vissuto in mitologia personale e collettiva, cioè in quella memoria che è al tempo stesso apertura all’immaginazione, al fantastico e alla irrinunciabile magia della vita.